Esercizi Yoga per il mal di schiena.
L’80% della popolazione adulta ha fatto esperienza di mal di schiena almeno una volta nella vita. E’ il male del secolo.
Molte persone ritengono che la soluzione migliore per una schiena dolorante sia il riposo ma quello di cui la schiena ha veramente bisogno, quando fa male, è il movimento! Esercizi svolti con costanza alleviano il dolore allungano i muscoli che sostengono la spina dorsale e li decontraggono, soprattutto fanno diminuire le probabilità che l’evento doloroso si ripeta nel futuro. Il cosiddetto riposo non fa che cronicizzare la situazione che ha provocato il disturbo.
E’ ormai opinione diffusa e comprovata che lo yoga sia una delle tecniche dolci più efficaci nel trattamento dei dolori alla schiena.
In generale una pratica costante favorisce la diminuzione dello stress che a volte è esso stesso causa di fastidi alla schiena, ma non tutte le posizioni yoga fanno bene, al contrario, alcune posture sono addirittura controindicate. E’ quindi fondamentale praticare sotto la guida di un insegnante esperto per comprendere con esattezza allineamento e respirazione nella posizione ma se, nonostante tutto, i problemi permangono, è indispensabile rivolgersi ad uno specialista ortopedico.
Ogni posizione dovrebbe essere mantenuta da 5 a 10 secondi, a seconda della propria condizione fisica, l’ascolto interno è la guida migliore per determinare la durata dell’esercizio. Praticate su un materassino antisdrucciolo o altro supporto morbido e sottile appoggiato a terra.
Ecco quindi le posizioni che lo yoga propone per alleviare il mal di schiena:
SHAVASANA(cadavere): sdraiati a terra sulla schiena in una posizione comoda, braccia accanto al corpo, palmi rivolti verso l’alto, gambe divaricate la larghezza del bacino con le punte dei piedi che cadono verso l’esterno, se in questa posizione la parte bassa della schiena diventa dolorante piegate le ginocchia mantenendole parallele ai piedi, un laccio dell’accappatoio legato attorno alle cosce permetterà di mantenere la posizione senza sforzo. Inspirate ed espirate a lungo e in modo rilassato per qualche minuto utilizzando la respirazione addominale, profonda, che permette al tratto lombare di rilassarsi al suolo.
GATTOMUCCA: cominciate con la posizione a 4 zampe: le mani con le dita aperte direttamente sotto le spalle, le ginocchia sotto le anche, schiena in posizione neutra. Lo sguardo è rivolto a terra, tra le mani. Inspirate e mentre espirate curvate la schiena verso il soffitto, appoggiando il mento sul petto così da guardare l’ombellico, il coccige rivolto all’interno. durante l’inspirazione successiva inarcate la schiena fino al collo, sguardo al soffitto, l’espirazione riporta la schiena in contro postura, il movimento delle vertebre, una alla volta, deve essere guidato dal respiro, se si manifesta disagio in un tratto della schiena procedete con cautela, senza forzare assolutamente.
POSIZIONE CHE LIBERA L'ARIA: sdraiati sulla schiena come nella posizione del cadavere. Mentre inspirate piegate il ginocchio destro, mettete le mani sulla parte alta dello stinco corrispondente per spingere la gamba verso il petto. La gamba sinistra deve rimanere distesa a terra sul pavimento con il tallone che spinge avanti (piede a martello). Espirate e portate la fronte a toccare il ginocchio, inspirate nella posizione e alla prossima espirazione ritornate alla posizione di partenza srotolando le vertebre una alla volta. Ripetete sull’altra gamba, alternandole almeno 5 volte per cominciare.
TORSIONE DEL SAGGIO: attenzione a questa posa!—si tratta di una rotazione della spina dorsale da non praticare in presenza di scoliosi, o ernie, prestate particolare attenzione a non ruotare troppo facendo uso delle braccia ma affidatevi piuttosto alla forza dei muscoli trasversi addominali, i dischi intervertebrali ne verranno delicatamente massaggiati, fresco sangue ossigenato li raggiungerà tonificandoli. La parola d’ordine, come sempre nello yoga, arrivate fin dove vi sentite a vostro agio pur nell’impegno e curate la respirazione come indicato. Sedetevi sui talloni, dorso dei piedi a terra, lasciate scivolare il bacino alla vostra sinistra, sollevate la gamba destra e appoggiate la parte posteriore della caviglia davanti al ginocchio sinistro. Con la colonna vertebrale allungata dal sacro all’occipite e gli ischi radicati a terra mettete il lato interno del gomito sinistro sul lato esterno del ginocchio destro piegate quindi il braccio in modo che le dita della mano tocchino la coscia destra, proseguite la rotazione con il collo fino a guardare sopra la spalla destra. Inspirando allungate, espirando ruotate sentendo la posizione sempre più comoda. Mantenete per 5 respiri aumentando gradatamente la durata, eseguite dall’altra parte.
PESCE: questa variante della classica posizione del pesce si presta a sciogliere le tensioni a livello dorsale: sdraiati sulla schiena con le ginocchia piegate e le braccia distese accanto al corpo, inarca la schiena all’indietro sollevandola dal pavimento, bacino a terra, spingi i gomiti sul pavimento, completa, in assenza di dolori alla cervicale, con una rotazione della testa all’indietro fino ad appoggiare la corona della testa sul pavimento. Respira profondamente: l’addome e il torace si espandono, le punte dei polmoni sotto le clavicole si riempiono. Matieni per 5 respiri aumenta gradatamente con la pratica costante.
LOCUSTA: faccia a terra con le braccia ai lati del corpo, palmi in giù, i gomiti sono leggermente piegati, le dita delle mani rivolte verso i piedi. Sollevate le gambe contraendo i glutei e mantenendo le ginocchia distese, evitando accuratamente qualunque tensione nella regione lombare.
Yoga, per combattere il mal di schiena: conferme scientifiche.
RispondiEliminaLo yoga è un toccasana per acciacchi e dolori cronici alla schiena. A confermare questa tesi è uno studio condotto dai ricercatori del Group Health Cooperative di Seattle e pubblicato sugli Annals of Internal Medicine.
Gli studiosi hanno osservato ben 101 adulti con dolori lombari cronici suddividendoli in tre gruppi. Al primo gruppo è stato assegnato un corso di yoga settimanale di 75 minuti, al secondo un programma di esercitazione standard per il mal di schiena e all'ultimo un libro di consigli per l'auto-cura.
Dopo 12 settimane, i ricercatori hanno potuto concludere che chi si era impegnato con lo yoga era migliorato più rapidamente e aveva ridotto il numero dei medicinali presi per contrastare il mal di schiena.
Lo yoga, insomma, sembra produrre benefici concreti sui dolori lombari. Non tutti i programmi di yoga, però, sono a prova di schiena. Il gruppo osservato, per esempio, ha seguito un corso di viniyoga, uno stile semplice, facile da imparare e, soprattutto, leggero. Esagerare con tecniche difficili e programmi duri, invece, potrebbe finire per danneggiare, anziché aiutare, una schiena già malconcia.
Fonte: CNN Health
Yoga News dalla Yani (associazione nazionale insegnanti yoga)
RispondiEliminaYoga e lombalgia cronica
Data: 10/11/2009
Uno studio della Boston University School of Medicine e del Boston Medical Centre ha analizzato un gruppo di adulti dei quartieri a basso reddito di Boston. L'oggetto dello studio era il dolore alla parte bassa della schiena, la regione lombare e sacrale, non curata o poco a causa della mancanza di denaro.
Sono stati selezionati casualmente due gruppi, il primo ha seguito per 12 settimane una serie di lezioni di hatha yoga della durata di 75 minuti, oltre ad essere invitato a praticare yoga per mezz'ora tutti i giorni a casa seguendo un cd, mentre l'altro gruppo ha ricevuto cure classiche a base di farmaci e visite mediche.
Al termine dello studio il gruppo che aveva praticato yoga riferiva un abbassamento in media di un terzo del dolore, mentre il gruppo trattato con farmaci era sceso unicamente del 5%. Di conseguenza il gruppo "yoga" risultava aver diminuito l'uso degli antidolorifici dell'80%, mentre il gruppo di controllo aveva continuato a prendere farmaci nella stessa misura.
Così, come è già stato dimostrato da diversi studi, lo yoga ha evidenti effetti sul dolore, nel caso specifico sulla lombalgia cronica e oltre a riportare l'individuo ad una qualità di vita superiore riducendo il dolore e l'uso di farmaci, risulta essere anche una pratica che grava meno sulla sanità pubblica.