Primule per profumare il riso, gerani per conferire un tocco di classe a un semplice formaggio. La floriterapia culinaria mette d’accordo estetica e salutismo
di Cristiana Ceci
Portiamo la natura fra i fornelli di casa, proprio ora che prati e campi vivono una rigogliosa fioritura. Connettiamoci con l’ambiente che ci circonda, succhiando linfa vitale e condividendo l’esuberanza stagionale. Cogliamo un fiore e spargiamo i suoi petali nei piatti. È questo il momento più propizio per cimentarci con un tipo inusuale di gastronomia, che vede i fiori protagonisti: belli, poetici, dai colori vivi, si prestano a essere usati in molte pietanze creative. Lo sanno da sempre gli orientali, cinesi e giapponesi che da secoli salutano l’arrivo della primavera concedendo a gigli e fiori di loto un posto d’onore in tavola. Lo sa bene il mondo arabo, che con sorsi di acqua di rose e fiori d’arancio lava via ogni affanno. Sono molte le specie floreali commestibili adatte a valorizzare anche i piatti della nostra tradizione. Basta una minima conoscenza botanica, unita al desiderio di sperimentare, per creare originali ricette fra estetica e benessere.
Benefiche proprietà
Esattamente come le erbe, i fiori vantano un alto valore terapeutico. E a scopo medicale sono usati già dall’antichità in molte culture, dall’Asia alle Americhe, fino all’India dell’Ayurveda che ne annovera alcune fra le specie più benefiche. «Basti pensare al loro uso negli oli essenziali - afferma Lisa Perfumo, presidente dell’Associazione Yoga Ayurveda Hari-Om in provincia di Alessandria (www.hari-om.it). - Come quello a base di lavanda vera, rilassante e lenitiva, o di geranio, ottimo per la pelle come antiage. O ancora l’oleolito alla calendula, capace di alleviare irritazioni e infiammazioni cutanee». «Mentre già dal ‘500 - spiega Diego Bongiovanni, chef e autore del libro “Ricette con i fiori” (Araba Fenice) - i monasteri italiani e olandesi hanno elaborato una vera e propria floriterapia culinaria: decotti di fiori di rucola come antinfiammatori, di lavanda per aprire i polmoni». Traducendo l’antica sapienza in gastronomia contemporanea, i nutrizionisti promuovono i fiori per le loro proprietà emollienti, diuretiche, cicatrizzanti e antinfiammatorie. Alcuni, come la rosa canina, rafforzano le difese dell’organismo, mentre la viola è un potente espettorante. Certo i fiori non si possono usare in cucina a chili, bensì solo a leggeri tocchi, ma, con le dovute proporzioni rispetto a decotti e infusi, le loro proprietà si riversano anche nelle pietanze. Altro grande pregio è quello di un contenuto di grassi pari allo zero.
Abbinamenti
La cucina floreale è perfetta in preparazioni light e vegetariane - prosegue Bongiovanni. - Perché i fiori si sposano al meglio con vegetali, formaggi e dolci leggeri. Provate un’insalata con una trentina di erbe e fiori: tarassaco, rosa canina, fiori di rucola, di sambuco e di calendula, petali di girasole, lattughino e quanto altro trovate. Conditela pochissimo, solo con un goccio d’olio e un pizzico di sale, in modo da esaltare gli aromi primari». Provate a nobilitare una ricotta con dei petali di geranio, lavorandola leggermente con una forchetta: il risultato è un piatto equilibrato e colorato. O aggiungete dei petali di rosa all’aceto, per aromatizzare qualsiasi crudité. A colazione, spalmate un filo di marmellata fatta in casa con aggiunta di fiori, le primule per esempio. Vi accorgerete che le nonne avevano ragione.
Come usarli
Non tutti i fiori sono commestibili, alcuni sono addirittura velenosi. Attenzione dunque alla scelta (per orientarsi, vedi la tabella). Una volta selezionato il fiore giusto, bisogna lavarne i petali con attenzione e asciugarli adagiandoli su un panno da cucina, quindi usarli subito prima che appassiscano. Meglio consumarli freschi e crudi, per mantenerne intatte aroma e proprietà, ma si può anche pensare a una piccola scorta per i mesi meno generosi seccandoli o surgelandoli. «L’importante - prosegue Bongiovanni - è coltivarli in casa o raccoglierli in campi lontani dalle strade e dalle città, in una zona non esposta all’inquinamento. I fiori da mangiare non devono infatti essere trattati con diserbanti o altri composti chimici, come spesso accade con quelli acquistati dai fioristi».
Bevande profumate
La tradizione orientale ci insegna anche i benefici, per il palato e la salute, dell’aggiunta dei fiori in tè e tisane. Un’operazione che può avere successo anche con un semplice fai-da-te, unendo fiorellini e petali essiccati o freschi alle foglie di un tè verde e mettendo il tutto in infusione insieme a della radice di zenzero fresco. Ma si può fare molto altro esercitando l’arte del bere. Una preparazione innovativa? «Far bollire 2 litri d’acqua - è la ricetta esclusiva di Bongiovanni - insieme a 150 g di zucchero e a una manciata di fiori di papavero, malva, arancio. Poi un po’ di foglie di menta e il succo di un paio di limoni. Infine filtrare, riporre in bottiglia e lasciare raffreddare. È un’ottima bevanda fiorita, rinfrescante nei mesi più caldi.
Sorbetto alle rose
Ingredienti per 4 persone
400 g di petali di rosa 1/2 l d’acqua un pizzico di vaniglina 1 mela il succo di 1 limone 140 g di zucchero di canna
Metti i petali ben lavati a cuocere con l’acqua, lo zucchero, la vaniglina, il succo di limone e la mela sbucciata e tagliata molto sottilmente. Fai bollire per 20 minuti, togli dal fuoco e lascia raffreddare il tutto. Passa al mixer e frulla fino a ottenere una crema uniforme. Riponi il composto in frezeer, in un recipiente di acciaio, mescolandolo spesso con una forchetta fino a quando non prende la consistenza del sorbetto.
Gran fritto di foglie e fiori primaverili
Ingredienti per 4 persone
8 fiori di zucca con il peduncolo lungo, 150 g di grappoli di glicine, 50 g fra primule, pratoline e calendule, 200 g di germogli di borragine, 200 g fra crescione, tarassaco, rucola e finocchietto selvatici, 80 g di foglie di salvia, 150 g di ricotta, 2 cucchiai di parmigiano, 1 tuorlo, 3 albumi, 120 g di farina, 2 cucchiai di olio di oliva, olio di arachidi per friggere, pepe, sale
Porta a bollore 4 l d’acqua salata. Pulisci tutti i fiori (tranne il glicine) e le foglie di salvia con carta da cucina inumidita. Elimina i filamenti gialli interni e quelli verdi esterni ai fiori di zucca senza romperli. Dividi il glicine e il crescione, lava con cura tarassaco e rucola. Scotta per un minuto nell’acqua bollente i germogli di borragine e il finocchietto, scolali con il mestolo forato e adagiali su un panno da cucina. Versa la farina in una ciotola, incorpora l’olio d’oliva con una forchetta, versa 100 ml di acqua, mescola, aggiungi un po’ di sale e pepe e lascia riposare 30 minuti a temperatura ambiente. Amalgama a parte ricotta, parmigiano e tuorlo. L’impasto deve essere sodo, se occorre unisci altro formaggio. Farcisci con questo ripieno i fiori di zucca, facendo aderire i petali in modo che non si aprano. Monta gli albumi a neve fermissima in un’altra ciotola e incorporali alla pastella con lenti movimenti verticali. Scalda l’olio per friggere in una padella, senza farlo fumare. Infarina i fiori di glicine, le pratoline, le primule e le calendule. Scrollali per eliminare la farina in eccesso. Friggili per un minuto nell’olio caldo, voltandoli a metà cottura con due forchette. Sgocciolali con il mestolo forato e asciugali su carta assorbente. Riponi in forno mentre friggi il resto. Immergi nella pastella i fiori di zucca e tutte le foglie, sgocciolali bene e friggili nell’olio caldo finché sono dorati e croccanti. Scola le frittelle su carta assorbente. Sala leggermente e servi subito.
BUON APPETITO!!
BUON APPETITO!!
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