Carissima,
ti scrivo per parlarti dell'argomento che ti interessa e di come venga considerato nello yoga.
ti scrivo per parlarti dell'argomento che ti interessa e di come venga considerato nello yoga.
Come penso ti avrà detto l'ostetrica il prolasso del
pavimento pelvico e di conseguenza degli organi da esso supportati è una condizione molto diffusa tra le donne (e non solo...), a volte è originata dal parto, in altri casi dalla predisposizione genetica.
Dal punto di vista dello yoga, situazioni difficili legate ai bisogni primari come la casa, il lavoro, la sicurezza, possono alterare in nostro equibrio energetico di base e minare la nostra integrità...
Una condizione che si può risolvere quindi attraverso la pratica
costante di esercizi mirati ma anche con il rafforzamento
delle nostre "radici" interiori, perchè rafforzando quelle le difficoltà della vita ci turbano meno (o affatto) e più facilmente possono emergere stabilità e salute nel fisico, abbondanza sul piano materiale.
Come una chiocciola dovunque ti trovi lì si trova la tua
casa, fermandoti a respirare con calma e attenzione entri nel tuo spazio
"privato", un posto dove riposare, ricaricarti di energia e riconnetterti con le tue radici...
...ma permettimi di dirti qualcosa dal punto di vista anatomico sul pavimento pelvico e la funzione svolge.
...ma permettimi di dirti qualcosa dal punto di vista anatomico sul pavimento pelvico e la funzione svolge.
Si tratta di un insieme di muscoli che sta alla base del busto e, come un'amaca, sostiene gli organi interni come la vagina, il retto, l’uretra, la
vescica, l’utero. Sono muscoli corti e forti che vanno
dal coccige al pube e da un ischio all’altro.
Attraverso
questi fasci di muscoli passano appunto la vagina, l’uretra e il retto.
Questi muscoli hanno anche il compito di contrastare la pressione all’interno
dell’addome che può aumentare a causa di uno starnuto, di un colpo di tosse,
del sollevamento di un oggetto pesante.
Questo a livello teorico, ma per sentire un muscolo devo adoprarlo.
Per prendere coscienza del pavimento pelvico dovrò eseguire delle contrazioni che mi permettono di percepirlo, all'inizio probabilmente sentirò un "pezzo unico", poi comincerò a distinguere le varie parti, (per esempio fare la pipì "a intermittenza": inizio, interrompo, ricomincio, collega ai muscoli che circondano l'uretra...).
Questo a livello teorico, ma per sentire un muscolo devo adoprarlo.
Per prendere coscienza del pavimento pelvico dovrò eseguire delle contrazioni che mi permettono di percepirlo, all'inizio probabilmente sentirò un "pezzo unico", poi comincerò a distinguere le varie parti, (per esempio fare la pipì "a intermittenza": inizio, interrompo, ricomincio, collega ai muscoli che circondano l'uretra...).
Tornando allo
Yoga abbiamo visto come esso ci dice che tutti i problemi fisici hanno inizio con lo squilibrio sul piano energetico, il pavimento
pelvico è una parte del corpo che è legata al primo Chakra, Muladhara, situato alla base della spina dorsale. E' lui che si occupa
di "radicarci" nella vita quotidiana in modo da non essere trascinati
via dagli eventi.
Tutte le pratiche yoga in realtà riguardano il movimento energetico della nostra forza vitale innata. Ci sono specifiche correnti chiamate vayu che svolgono determiante funzioni, una di queste è apana vayu, essa è pricipalmente attiva nel bacino e nel basso ventre e governa le funzioni di eliminazione nel corpo (sudore, feci, urina, mestruazioni ma anche il parto e soprattutto l' espirazione) con movimenti verso il basso e all'esterno.
A livello più sottile, apana elimina non solo i rifiuti fisici ma qualunque cosa sia pericolosa o inutile per il nostro benessere. Quindi contribuisce a regolare il sistema immunitario e a tenere libera la mente da pensieri distruttivi. Quando l'energia di apana predomina è come se avessimo una perdita costante, immagina un rubinetto che perde, ci sentiamo sermpre più svuotati di energie, cala la fiducia in noi stessi; Tutte le pratiche yoga in realtà riguardano il movimento energetico della nostra forza vitale innata. Ci sono specifiche correnti chiamate vayu che svolgono determiante funzioni, una di queste è apana vayu, essa è pricipalmente attiva nel bacino e nel basso ventre e governa le funzioni di eliminazione nel corpo (sudore, feci, urina, mestruazioni ma anche il parto e soprattutto l' espirazione) con movimenti verso il basso e all'esterno.
La pratica di hatha yoga esercita la consapevolezza di apana garantendo una sua tenuta e quindi crea la condizione ideale per costruire stabili fondamenta.
Ora passiamo alla pratica:
Lo Yoga
propone molte posizioni che aiutano a ristabilire l'equilibrio nel primo chakra e di apana, la principale è Tadasana, "la montagna" che attiva la connessione con la terra mentre si sta in piedi
Con i piedi aperti quanto le anche e comunque sempre in linea con le ginocchia, solleva e apri a ventaglio le dita per riappoggiarle con più attenzione a terra, stabilisci un triangolo d'appoggio in cui un vertice si trova al centro del tallone e gli altri 2 sotto mignolo e alluce. Bilancia in questo modo tutto il peso del corpo. se c'è tensione nella parte bassa della schiena mantieni le ginocchia leggermente flesse.
Mentre inspiri immagina una linea di energia che attraversa il corpo dai piedi alla corona della testa, allungando la spina dorsale al suo passaggio, quando espiri lascia allungare naturalmente il corpo attraverso i piedi e verso la terra.
Mentre inspiri immagina una linea di energia che attraversa il corpo dai piedi alla corona della testa, allungando la spina dorsale al suo passaggio, quando espiri lascia allungare naturalmente il corpo attraverso i piedi e verso la terra.
Bilancia la corona della testa direttamente sul centro del bacino, percependo equilibrio, stabilità, forza. Inspirando punta la lingua sollevandola verso il palato, espirando con la gola rilassata, permetti alla lingua di adagiarsi piatta sul "pavimento" della bocca percependola come un bacino in miniatura
bhumiparsana (la terra mi è testimone)
Bhumisparshasana |
Seduta a gambe incrociate a terra, schiena morbidamente allungata. Porta la mano destra in appoggio sulla gamba con le dita rivolte verso il basso, la mano sinistra rivolta con il palmo verso l'alto riposa in grembo. Spalle rilassate, viso disteso. Ad occhi chiusi porta per qualche tempo l'attenzione sul respiro e osservalo attraversare il corpo senza intervenire. Centrata l'attenzione sul qui e ora percepisci la tua base d'appoggio a terra, le tue radici, dagli ischi in avanti, mentre respiri. La mano destra afferma: sono stabilmente legata alla terra.
Inspira e contrai i muscoli pelvici nell'aria perivaginale, in quella che lo yoga chiama chiusura della radice, MULABHANDA quindi espira e rilassali, lasciando evaporare attraverso la mano sinistra il peso dei pensieri che affiorano. Mantieni la posizione fino a quando ti senti connessa e appagata.
Inspira e contrai i muscoli pelvici nell'aria perivaginale, in quella che lo yoga chiama chiusura della radice, MULABHANDA quindi espira e rilassali, lasciando evaporare attraverso la mano sinistra il peso dei pensieri che affiorano. Mantieni la posizione fino a quando ti senti connessa e appagata.
supta
dandasana (posizione del bastone sdraiato)
Dalla posizione precedente
sdraiati sulla schiena e solleva le gambe ad angolo retto con l'aiuto del muro. Percepisci il dorso allungato e naturalmente radicato a terra, la base pelvica alleggerita. Come sempre stabilizza l'attenzione attraverso l'ascolto del respiro. Inserisci mulabhanda nell'inspiro, rilascialo nell'espiro.
suptakonasana: (posizione dell'angolo sdraiato)
dalla posizione di suptadandasana apri le gambe senza forzare, porta le piante dei piedi a contatto e rilassa le braccia a terra con i palmi rivolti verso l'alto. Rimani nella posizione respirando profondamente per qualche tempo e quindi realizza Ashvini mudra (Il sigillo del cavallo, la chiusura dei muscoli perianali) nell'inspiro, scioglilo nell'espiro. Pratica finchè stabilisci la connessione con respiro, la mudra e la forza di gravità.
Poi
espirando piega le gambe verso il petto abbracciandole con le mani intrecciate e lasciati scivolare alla tua destra, rilassati un momento nella posizione rannicchiata a terra osservando gli effeti della pratica che sfumano mentre il corpo ritorna allo stato di quiete.
Crea un momento da dedicare alla pratica tutti i giorni, più volte al giorno, almeno per 10 minuti ogni volta. Mulabhanda ha il vantaggio di poter essere praticato anche da solo in macchina, quando cammini, da seduta o in piedi.
ti
abbraccio
Ornella
N.B. Consulta sempre un medico prima di intraprendere qualsiasi tipo di attività fisica.
N.B. Consulta sempre un medico prima di intraprendere qualsiasi tipo di attività fisica.
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