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martedì 31 luglio 2012

YOGA E AYURVEDA: STRATEGIE ANTICALDO

Durante l’estate un eccesso di caldo può provocare disagi psicofisici. Ecco come ayurveda e yoga provvedono a ristabilire l’armonia.
di Roberta Leggiero DA YOGA JOURNAL
Ayurveda_equilibrioNervi a fior di pelle, scarsa concentrazione e, ancora, problemi digestivi e un intestino sempre più irregolare. Capita spesso di sentirsi così all’inizio dell’estate. Ogni problema può anche acuirsi con la comparsa di eritemi e infiammazioni, mentre sudore e stress non accennano a diminuire. Secondo l’Ayurveda sono proprio questi i sintomi di uno squilibrio di pitta. Caldo, acuto e pungente, questo dosha governa e predomina la stagione estiva ed è perciò soggetto ad “aggravarsi” con le alte temperature. A risentire maggiormente dell’elevata temperatura è, allora, chi ha una costituzione Pitta: una persona poco tollerante e incline a stressarsi, con la pelle delicata e che non sopporta il sole. Ma , nessuno è immune ai disturbi psicofisici legati al caldo. Che fare? «È necessario pacificare tale dosha agendo su più fronti - spiega il medico ayurvedico Swami Joythimayananda - in modo da smorzare il calore in eccesso con rimedi mirati per questo tipo di costituzione. In ogni caso, si tratta di consigli in grado di giovare a tutti coloro che, pur non avendo una costituzione pitta, vogliono prevenire o alleviare i disturbi tipici a essa collegati».
Due asana anti-caldo
Nelle giornate afose è bene praticare yoga e meditare al mattino presto. Alla sera, invece, meglio preferire solo esercizi rilassanti. Gli asana riequilibrano i tre dosha, ma è sempre bene eseguire con cura la posizione che più pacifica pitta: Pashimottanasana (Postura della testa ai piedi)
PASHIMOTTANASANA


 Detta anche Posizione della Pinza, perchè per eseguirla occorre piegare il busto sulle gambe spingendo il torace in avanti e tenendo ginocchia e spina dorsale ben diritte fino ad appoggiare la testa sulle ginocchia. Un esercizio che stira la parte posteriore del corpo dai talloni alla sommità della colonna vertebrale, rafforzando organi e sistema nervoso. Calma pitta anche Savasana (Posizione del Cadavere), ovvero “la posizione di pace e serenità” per la postura supina e completamente rilassata.
Due respiri di sollievo
POSIZIONE DELLA LINGUA IN SHITALI
La parola sanscrita Shitali deriva dalla radice shit che significa “freddo”. Shitali, infatti, esprime “ciò che è calmo, senza passioni e che attenua” ed è anche un esercizio di respirazione particolarmente rinfrescante.  Siediti in postura meditativa con schiena eretta, corpo rilassato e occhi chiusi, fai 9 respiri calmi e profondi inalando l’aria attraverso la lingua arrotolata come una cannuccia che sporge dalle labbra. Infine, con la bocca chiusa e rilassata, espira. Nei giorni più afosi si può aumentare gradualmente il numero dei respiri. Chi non riesce ad arrotolare la lingua può, invece, optare per Sitkari: inspirando attraverso i denti con le labbra socchiuse emettendo il suono “sit”. Infine, espira dalle narici rilassando la bocca. Questi, sono due esercizi da eseguire in ambiente non inquinato perché l’aria arriva nei polmoni senza essere filtrata dalle narici.
Cibi sì e quelli da evitare
In estate è bene mangiare poco e a intervalli regolari. L’ideale sono due o tre pasti al giorno, con un menù di circa due pugni di cibo. È bene preferire alimenti freschi e digeribili come insalate, orzo, riso, grano, soya verde, lenticchie rosse, latte e gelati. Meglio, invece, evitare aglio, peperoncino, pepe e cibi che riscaldano, come miele, uova, alcolici e fritture. Ecco una ricetta ayurvedica per le giornate più afose: bollire insieme riso basmati e fagioli di soya verde; unire Muor o yogurt naturale e condire con masala pitta (un mix di spezie rinfrescanti), un pizzico di sale e ghi gruta (burro chiarificato). Infine, via libera ad acqua fresca e bevande dolci, come succo di melagrana con limone oppure acqua, limone e zucchero di canna. Sì, infine, a té all’ibisco, alla menta oppure alla liquirizia.

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